LEGALE – Il corretto funzionamento dell’ autovelox va provato
A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione (Sez. II, 13 dicembre 2018, n. 32369) che, con una recente pronuncia, ha affermato che a comprovare l’affidabilità dell’autovelox non è sufficiente l’attestazione contenuta a verbale circa l’adeguata omologa e revisione dell’apparecchiatura.
Difatti, spiega la Suprema Corte, il verbale di accertamento dell’infrazione di cui all’art. 142 c.d.s. riveste fede privilegiata limitatamente ai fatti attestati dal pubblico ufficiale e avvenuti in sua presenza, oltre che alla provenienza del documento. Al contrario, non può costituire piena prova fino a querela di falso l’attestazione sulla corretta funzionalità dell’autovelox, poiché tale accertamento è frutto di mera percezione sensoriale e apprezzamento da parte degli agenti.
Per tale ragione è necessario che, nel caso in cui venga contestata l’affidabilità dell’autovelox, la prefettura fornisca adeguata prova circa la sua periodica taratura e verifica.